CONTRABBASSO: il vibrato (tipologia) -Vito Liuzzi
Parlare del vibrato su di un contrabbasso specie se scritto a braccio non è cosa facile, anzi riesce abbastanza difficile specie per il fatto che non posso inserire dei miei video per indicare la
correttezza dello stesso. Ma parleremo delle diverse tipologie del vibrato, nel senso che non dobbiamo assolutamente pensare che il vibrato sia sempre lo stesso sia per un periodo storico che per
un altro; altresì evidenzieremo quei concetti che stanno alla base di un vibrato d' impulso ed uno più variegato. Ma vorrei cominciare parlando ai più esperti e non ai giovani contrabbassisti che
purtroppo sono ancora avezzi dall' avere quelle informazioni tecniche che solo l' insegnante sarà in grado di offrire loro. Quando acquistate uno strumento buono, di fabbrica od antico, quasi
nessuno testa la qualità del vibrato, come esce e viaggia un buon vibrato. Questo aspetto non è da sottovalutare, anzi fa il pregio del contrabbasso che eventualmente si va ad acquistare. Nel
tempo mi sono accorto che contrabbassi anche di ottima fattura hanno difficoltà a far emergere un vibrato a seconda delle richieste del musicista, nel senso che la qualità oscillatoria della
corda non determina dei vibrati variegati. Personalmente quando provo uno strumento la prima cosa che faccio è quella di capire come si avverte il vibrato sia nel pianissimo che nel fortissimo,
al manico ed al capotasto soprattutto. E le differenze sono notevoli! Contrabbassi migliori forniscono un vibrato sterile e poco viaggiante, altri invece sono molto più pronti e reattivi e
forniscono la possibilità di adeguarsi a tutti gli stili ed atutte le epoche. Naturalmente se si ha a disposizione un solo contrabbasso da acquistare e notate che il vibrato non esce subito come
vorreste ciò va a detrimento del prezzo complessivo dello strumento poichè se debbo spendere 9.000 euro per un buon contrabbasso devo esigere che il vibrato che ne fuoriesce deve essere molto ma
molto reattivo, dosato a quello che voglio fare. Al manico cercherò vibrati di tutti i tipi (stretto, medio e largo), idem per il capotasto dove le valutazioni sono pressapoco identiche ma non
uguali, causa la difficoltà tecnica nell' ottenerlo. Non prendete sotto gamba questa mia osservazione perchè, col tempo, quando capirete bene che contrabbasso avete acquistato potreste notare che
la qualità vibratoria non è come quella del primo Tom Martin, che praticamente aveva il miglior vibrato a quei tempi in voga. Gary Karr utilizza un vibrato più stretto, ma che sis sente anche a
cinquanta metri di distanza. E' questa la caratteristica principale del vibrato viaggiante in una Hall da Concerto, ed anche l' aspetto più affascinante del nostro strumento che si ritiene non in
grado di eseguire dei cantabili operistici: cosa assolutamente erronea per il bravo e studioso contrabbassistico. Certo il suono e timbro di un contrabbasso possono essere accattivanti, come la
sua potenza, ma io preferisco lo stile alla Martin che utilizzava strumenti meno potenti ma con una grande sensibilità al vibrato. Ascoltate la sua Elegia in cuffia e fate la prova ad imitarlo:
non ce n'è per nessuno! Poi è chiaro che uno fa le doverose scelte in merito allo strumento da acquistare, ma io mi aspetto molto dai liutai su questa principale caratteristica del contrabbasso
che se viene a mancare o è limitata mi porterà a cercare qualcosaltro. Se poi lo avete commissionato, tenetevi di buona lena quello che avete comprato e non lamentatevi più di tanto. Infatti non
si può parlare di un vibrato unico e omnicomprensivo, ma di una tipologia ben precisa di vibrati. Inizialmente con gli allievi si tende a farli vibrare in maniera uniforme in modo che la
stonatura naturale che ne esce sia la più costante possibile andando da un + 10 ad un - 10 in un ipotetico grafico cartesiano che misuri l' ampiezza della curva stessa. Non è cos facile, anzi! Un
buon vibrato naturale lo si ha solo se l' allievo ha sviluppato con gli esercizi di tecnica pura, con gli studi o concertini una buona forza non nella mano ma nelle dita. Il principio di
rilassatezza deve essere al centro dell' attenzione, altrimenti si rischia che il vibrato uniforme porti con se tutto lo strumento! Una cosa che bisogna comprendere (e lo si può vedere nel mio
sito alla pagina "bow and fingerings") è che il vibrato al manico non necessita di grande pressione ma solo di velocità esecutiva. Ripeto: questo avviene solo se le dita si sono rinforzate al
punto giusto. E' meglio far vibrare molto largo inizialmente in modo tale che non si abbia quel vibrato pecorino tanto odiato dai contrabbassisti. Il polso rimane praticamente bloccato mentre
entrano in azione avambraccio e braccio insieme a parte della spalla che, in questo modo e senza irrigidirsi, possono trasmettere la loro vibrazione alle dita della mano, od a tutta questa.
Solitamente vibrando con l'1, grossi problemi non vi dovrebbero essere, ma vibrando col 2 o 3 si cominciano a notare dei piccoli difetti come quello di fare le corna. Aspetto questo bruttissimo
da vedere esteticamente. Le dita si alzano, ma di pochissimo dalla tastiera, quello che basta per permettere alle stesse di vibrare e "stonare" in maniera uniforme e possibilmente larga. Ci sono
esercizi specifici che il maestro insegna all' allievo prima di giungere a cotanto virtuosismo. Un giorno vi spiegherò il mio! Quando si vibra con mignolo, anche l' anulare deve aiutarlo nella
pressione mentre le altre dita di debbono alzare di poco anche per non perdere quella che avevamo indicato come impostazione pianistica. Qui i problemi sono enormi. L' unico modo è far vibrare l'
allievo pizzicando la corda: sia col 1 che con 2-3 o col 4 la lunghezza del sustain deve essere sempre la stessa. Si noterà che col 4 insieme all' anualre questa lunghezza è minore, ma una volta
che le dita si saranno più o meno parificate solo allora si potrà a cominciare a tirare l' rco che ovviamente sfuggirà in velocità. Cosa si vuol dire. Fino a quando l' allievo tira l' arco senza
vibrare a note lunghe, problemi particolari non ve ne sono. ma quando si inserisce il vibrato largo o medio allora l' archetto tenderà ad aumentare la sua velocità. Errore gravissimo che nel
tempo verrà migliorato sicuramente sotto l' egida del buon maestro. Esercizio: tirate le note di una scala semplice vibrandola, ma solo a note lunghe ed utilizzando un metronomo. Odioso esercizio
ma estremamente corroborante ai fini di un' ottimale riuscita finale. Ci vuole del tempo per perfezionarsi, ma ne vale la pena!! Se non si hanno dei risultati apprezzabili allora vuol dire che l'
allievo/a non hanno sviluppato nel corso degli anni quella forza necessaria nelle dita della mano sinistra per poter ottener un buon vibrato: poche scale ed arpeggi, pochi esercizi del Mucci,
poco Petracchi (specie lo studio delle quinte) e poco numero 1 del Billè 18 Studi. Questa è la realtà! Ci sono discenti che si attengono alla lettera a quanto dice l' insegnante ed altri che non
fanno molta tecnica perchè la reputano noiosa. Ma alla fine il vibrato ci dirà tutto! E' un punto di arrivo ben preciso da cui non si può sfuggire. Io tendo a volte a far cambiare corde ed a
cercarne di altre con meno tensione. I risultati sono buoni per questi personaggi ma poi la qualità dei colpi d' arco ne può risentire. Consiglio eventualmente le D' Addario Helicore Light
Orchestra che sono veramente una manna dal cielo e risolvolo molti problemi, oppure usare una muta da solista scordata ad Orchestra. Non tutti i mali vengono per nuocere. Cosa fare se si deve
vibrare un Sol# in prima posizione quarta corda? Affidarsi ad un Santo, quello che voi preferite! Si tratta delle posizioni più ostiche da vibrare col quarto dito. Eventualmente consiglio nelle
note lunghissime di sostegno di adoperare il 2-3 dito; la vecchia scuola del 3 dito composta dal medio ed anulare che pigiano insieme mi sembra la più redditizia. Altrimenti fate oscillare il
contrabbasso: l' effetto è assicurato!
Nella posizione di capotasto le cose non vanno certo meglio. Qui il fenomeno oscillatorio si avvale più dell' avambraccio mentre braccio e spalla rimangono quasi fermi. L' oscillazione non potrà
mai essere così corretta come al manico, tuttavia i garndi solisti tendono a vibrare più verso l' alto in modo che il vibrato che si ottiene sia quanto mai accettabile. Gli esercizi di
impostazione sono gli stessi, sono che occorre un' action molto bassa altrimenti si rischiano tendiniti poco proficue per l' allievo. A mio avviso le corde nel classico-solistico vanno tenute
tanto basse fino a quando non frustano ed il ponticello regolabile ha proprio questa funzione. Non vi preoccupate delle cavolate che si dicono in giro. Il timbro rimane lo stesso se si utilizzano
anelli regolatori in alluminio e non si perde suono. Al massimo con altri anelli regolatori (e c'è uno studio scientifico che fonda questa teoria, potrebbe al massimo modificare di poco la
qualità timbrica ma non certo la potenza. L' alluminio è un ottimo conduttore sonoro che non taglia nè frequenze nè potenza sonora: possibile che in America tutti ne fanno uso più il sottoscritto
che di americano non ha nulla?). Ma veniamo al vibrato a fine tastiera. Qui il melodramma si fa proprio un dramma autentico. Se la action non è bassissima non esce alcunchè. Il polso ha la sua
funzione principale e deve essere lui a dare l' impulso vibratorio che solitamente è molto stretto. Un effetto speciale che non si può adottare per note lunghe ma solo per conferire un "effetto
sonoro" quasi simil violoncello. Con la pratica tutto verrà più semplice, ma occorre molto studio tecnico e poco studio basato su esercizi e studi che non servono a niente, nel senso che solo
dopo aver raggiunto un buon vibrato strettissimo di polso alla Catalin Rotaru allora ci si potrà destreggiare meglio. Le cose da dire sono ancora tante ma concludo parlando della tipologia del
vibrato. Bisogna sapere che il vibrato nel contrabbasso non deve essere sempre uguale a se stesso, poichè se io eseguo un cantabile dovrò utilizzare un vibrato più largo simil cantanti lirici. Se
suono Bach, secondo alcuni, non dovrei utilizzarlo proprio. Ma se suono il Concerto di Koussevitky allora il vibrato deve essere molto stretto per conferire al I e III tempo quella drammaticità
che è insiita nello stesso. Il vibrato d' impulso è quello poi che è strettissimo e che viene adoperato ad esempio su una serie di quartine di semicrome a tempi medio-veloci. In questi casi è il
docente che indica approssimativamente dove vibrare, solitamente la prima o la quarta nota della quartina, ma la realtà ci dice che è la musicalità del contrabbassista a comprendere quando e come
utilizzare questo vibrato specie se le note sono accentate. Nel periodo classico si preferisce un vibrato più uniforme, nel periodo Romantico un vibrato più stretto e atipico, nel periodo moderno
sono gli autori stessi che possono indicare quale vibrato sia meglio utilizzare magari abbinato ad una serie di glissandi. Quando ci avviciniamo alla contemporanea si lascia grande spazio e
versalità all' esecutore che deve eseguire quanto scritto dall' autore ma le differenze interpretative possono essere veramente molto differenti fra l' uno e l' altro solista. Non eseguendo
musica contemporanea spero che altri ne parlino nei commenti. Tutto ciò in breve. Alla prossima!
vito liuzzi